La conciliazione vita-lavoro è l’insieme di benefit (beni o servizi) e facilitazioni (strumenti, attività o soluzioni organizzative) che l’azienda mette a disposizione dei dipendenti per armonizzare le esigenze professionali con quelle della vita privata.
Esempi di servizi che favoriscono il time welfare balance:
1. servizi di assistenza a supporto del caregiver familiare come babysitter, accompagnamento a visite mediche per anziani o trasporto di persone con disabilità;
2. servizi per la gestione del pre/post scuola e dei periodi di chiusura: centri estivi o dopo scuola;
3. servizi di supporto per la fruizione di attività nel tempo libero a favore di minori: attività sportive e ludiche, visite a parchi o musei;
4. servizi salvatempo come a titolo esemplificativo il maggiordomo aziendale, la stireria, il servizio CAF in azienda o il disbrigo di altre piccole commissioni;
A titolo esemplificativo alcune delle soluzioni che l’azienda può introdurre per migliorare la gestione dei tempi di vita-lavoro:
1. favorire la trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a parziale (anche verticale o ciclico) o inserire forme di lavoro ripartito per permettere al dipendente di sviluppare altri aspetti della propria vita, occuparsi delle responsabilità familiari e avere il tempo per la gestione delle emergenze;
2. introdurre forme regolamentate di smart working o lavoro agile cioè scelte organizzative basate sulla possibilità di affidare al singolo o a gruppi di lavoro di scegliere spazi, orari e strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati;
3. istituire un sistema che permette la gestione delle ore in più lavorate rispetto al normale orario di lavoro (banca ore) con risposi compensativi invece della monetizzazione tenendo conto delle esigenze tecniche, organizzative e di servizi dell’azienda;
4. concedere la flessibilità ovvero fasce temporali di cui il lavoratore potrà avvalersi in entrata e in uscita (o anche di entrambe le facoltà nella medesima giornata) compatibilmente con le esigenze di servizio. In casi situazioni personali come tossicodipendenza, disabilità, inserimento dei figli in età pre-scolare/scolare o attività di volontariato la persona può avere diritto a forme di flessibilità ulteriori rispetto al regime orario adottato dall’ufficio di appartenenza;
5. permettere la gestione indipendente della turnazione dove i dipendenti concordano tra loro in modo del tutto indipendente la gestione del loro tempo lavoro, gestendo la turnazione con la consapevolezza che qualsiasi cambiamento richiesto deve essere coperto;
6. estendere il congedo parentale in termini temporali e/o di integrazione della relativa indennità oppure introdurre percorsi formativi (in e-learning o sul campo con coaching) per favorire il rientro dalla maternità;
7. prevedere la possibilità di cedere ai colleghi, a titolo solidale e in maniera gratuita, i riposi e le ferie maturate;
Promuovere interventi di armonizzazione tra vita privata e vita professionale permette all’azienda di fidelizzare il proprio dipendente, aumentare la produttività aziendale e abbassare i livelli di turnover del personale sostenendo allo stesso tempo il benessere della propria comunità.
I community manager supportano l’azienda nel definire i servizi e le facilitazioni organizzative più funzionali ai bisogni espressi dai dipendenti.
Il processo partecipativo da no adottato prevede le seguenti fasi:
- somministrazione in azienda di un questionario per l’analisi del bisogno;
- condivisione con il datore di lavoro dei dati rilevati;
- orientamento nell’introduzione delle facilitazioni organizzative individuate;
- ricerca dei servizi territoriali da caricare in piattaforma o con i quali sottoscrivere convenzioni;
- monitoraggio dell’impatto generato ed eventuale riprogettazione dell’intervento;